A circa dieci anni
dall'ultima
fatica discografica gli Ain Soph sono tornati con il disco Ottobre.
Chi scrive (e si ricorda
che chi scrive parla per sé e non rappresenta niente e nessuno…)
ha apprezzato molto l'ultima opera del gruppo romano. Davvero un disco
maturo, intelligente, intrigante, tagliente. Pare evocare lo strano
universo
di quell'estrema propaggine europea che ha ospitato - e ospita tutt'ora
- il mondo tradizionale e quello della sovversione rivoluzionaria.
L'anima
della Russia sembra inquieta, sembra non trovar pace nel suo incessante
desiderio di idealità.
Se non temessi
accostamenti
arditi direi che Ottobre potrebbe essere lo sfondo musicale
della
novella L'agente doppio scritta da Pierre Drieu La Rochelle,
anch'egli
anima inquieta del Novecento.
Nel racconto dell'autore
francese una spia russa si trova tra i rivoluzionari comunisti e
un'oscura
setta zarista. Tradisce gli uni con gli altri, e viceversa. «Non
tradisce per denaro, per paura, per scambio di favori. Ma per
vocazione:
per una sorta di inusitata vocazione.» (…) «Nessun
idealismo
condiziona la scelta dell'agente russo, nessuna bandiera di colore
opposto,
ma il fastidio verso ogni tipo di "colore", tinto com'è da una
fantasia
per ceto medio, sintomo del suo sciatto negligente vizio di esigere,
sopra
tutto, la classificazione.»(2) Con il suo comportamento il
protagonista
del racconto sembra quasi desiderare la purezza di quelle idee pure che
non si possono dire con le parole.
«Qui, nessuno che
emanasse fascino, ma agiva quella potenza immediata che scaturisce da
una
cerchia d'uomini in raccoglimento: una percezione che ha sempre fatto
presa
su di me. Quando alcuni uomini guardano insieme un punto nello spazio,
fissano qualcosa, si impadronisce di me un turbamento irresistibile. Il
sangue mi sale alla testa: dissolve, cancella l'indifferenza che mi
è
connaturata. All'istante sono conquistato dalla loro gioia.»(3)
Ma torniamo al disco degli
Ain Soph. Se tanto mi sono piaciute le suggestioni di testi e musica,
la
potenza evocata tra sperimentazione e solennità, la schietta e
immediata
leggerezza cantautorale, non posso dire altrettanto dello scritto che
troviamo
all'interno del cd. Il voler spiegare la propria opera è una
tentazione
umana che andrebbe evitata. Quando poi si vuole inquadrare il proprio
lavoro
in una prospettiva di risentimento ideologico si finisce per mediare
con
la pratica ciò che dovrebbe rimanere immediato.
Attraverso parte delle
domande
qui proposte è stato tentato un approfondimento di alcuni temi
legati
a quello scritto, ma rimarrebbe ancora molto da analizzare. Questo non
è il luogo per farlo. Lasciamo dunque alle riflessioni personali
del lettore la cura di altre eventuali domande. Indichiamo solo alcuni
spunti sorti dalle risposte che leggerete: il concetto di esoterismo e
di elitismo; i rapporti tra Mistica Ebraica e Giudaismo; il nesso
relazionale
tra Tradizione e politica; il concetto di azione pura e il suo
inscindibile
legame con quello di necessità; i limiti di fede e ragione
nell'atto
umano della "scelta" di un ideale; i concetti di idea, ideologia,
religione,
religiosità, e lo stagliarsi in queste parole di quelle potenze
trascendenti che non possono essere dette.
1. Da molti anni ormai siete attivi. Il Vostro percorso artistico ha attraversato differenti momenti: da quello profondamente esoterico, alla proposta di un folk cantautorale. Potete descrivere in breve le varie tappe della Vostra carriera?
Una naturale evoluzione
di
interessi e studi nell’ambito dell’esoterismo e della ricerca
spirituale,
i nostri lavori musicali non sono fini a se stessi, ma ognuno
rispecchia
la nostra crescita Etica e Occultistica nel seguire la via dell’opera
dell’Ars
Regia.
2. Cosa Vi ha lasciato tutto questo tempo di "militanza" in un campo artistico così marginale?
Non è mai stato
nostro
interesse creare musica per il grande pubblico, i nostri primi lavori
nascevano
per un esigenza personale per uso privato, si deve solo al caso che in
quel periodo la Nekrophile Rekords entrò in possesso di un
nostro
nastro e ne chiese due pezzi per una delle prime compilation
Industrial/Esoteric
dell’epoca, e il nostro nome iniziò a girare fuori dall’area
privata
dove era relegato.
Ancora adesso la musica
che Ain Soph crea è una musica per gli Ain Soph, se poi altri
che
l’ascoltano ci si riconoscono o trovano affinità con il loro
spirito
e pensiero, non può che farci piacere.
3. L'esoterismo e la magia sembrano da sempre affascinare l'uomo. Se posso chiederVelo: cosa rappresentano per Voi le dottrine esoteriche? Pensate possano essere ben trasposte in musica?
Le dottrine esoteriche
sono
solo un modo per prendere coscienza della nostra caducità e
porvi
finalmente fine. Una serie di pratiche per porre una distanza tra noi e
il mondo dei deboli e degli idioti.
4. Posso chiederVi la ragione del Vostro nome? Nella Kabbalah Ain Soph («Assenza di limiti») rappresenta il secondo Velo del Negativo, supporto per la manifestazione dell'«Assenza», principio primo del Tutto. Cosa vi ha spinto verso tale scelta? Avversione per i limiti o amore per il Nulla? O altro?
Era un nome come un
altro
e suonava bene. Inoltre siamo sempre stati affascinati dalla mistica
ebraica
anche se non condividiamo la politica guerrafondaia del governo di
Israele
in special modo contro i Palestinesi.
5. Con il bel disco Aurora avete affrontato il mondo della Tradizione. Ma quanto, secondo Voi, i fascismi possono considerarsi una manifestazione della Tradizione?
Secondo noi il Fascismo
come
altri movimenti politici molto poco, la tradizione è una
questione
di alta spiritualità e poco c'entra con le forme corrotte e
materialiste
della politica.
6. Mi ero prefigurato il disco Ottobre come un elogio al concetto di atto incondizionato, azione pura, l'azione che vuole se stessa. Come in Aurora si parlava di devozione verso una certa idea, così pensavo qui si esaltasse la coerenza verso una diversa idea (e le idee non sono mai sbagliate, ma presentano gradi diversi di perfezione: vige una gerarchia nel mondo ideale…). Invece Ottobre sembra più una critica al comunismo, unita all'amore per quanto di tradizionale esisteva in Russia. Dunque un lavoro più "politico" che "estetico"…
E’ vero! E’ un lavoro
molto
“politico” e quindi pericoloso… Diciamolo con chiarezza: OTTOBRE
è
principalmente contro i nostalgici illusi che per paura dei propri
fallimenti
ancora vanno in giro con le bandiere rosse, inneggiando ad una
esperienza
brutale che ha portato solo morte e distruzione tra il popolo e i
lavoratori.
Ottobre
è un lavoro che parla di verità scomode… una
verità
sbattuta in faccia a tutti quelli che ancora credono alle favole di
qualunque
colore siano.
7. Mito politico - mito religioso. Nello scritto che introduce il Vostro nuovo lavoro affermate di non comprendere «il meccanismo interiore» che porta l'uomo ad assumere un mito politico come se fosse una religione. Ma sempre di Mito si tratta. Di Idea-Forma, Idea-Forza che chiama a sé l'uomo informandone la stessa vita. L'uno (il mito religioso) attiene alla sfera della idea, l'altro (il mito politico) è ascrivibile all'ambito della ideologia. Quindi esiste senza dubbio una differenza ontologica fra i due, ma essi sono entrambi ideali.
Della religione
critichiamo
la “fede” aprioristica… ma in campo religioso la fede si può
comprendere:
NON in campo politico. Qui la fede, l’illusione devono essere tenute a
distanza. Un'idea politica è (dovrebbe essere) frutto di un
ragionamento
approfondito… ma una scelta di campo basata sulla fede è
ridicola…
8. Non pensate invece che la "debolezza" (che poi in un epoca di decadenza si trasforma in forza) del comunismo nasca dalla sua intima natura: il materialismo?
Certo.
9. Lo scritto introduttivo si chiude con la sorprendente, per non dire sconcertante, proposizione: «Smettere d'essere credenti per cominciare ad essere uomini». Ma non è forse il credente colui che possiede la vita nel suo senso più alto? Non è la Fede, la devozione verso ciò che giace al di là della realtà finita, a donare all'uomo una vita che sia più che vita?
Non riteniamo che il
senso
più alto della vita risieda nella fede e nella credenza. Anzi:
pensiamo
che fede e credenze portino l’essere umano sempre più lontano
dal
suo scopo. L’azione scevra da ogni illusione, scopo e/o fine… qui per
noi
sta il segreto della più alta spiritualità.
10. Quali sono i Vostri progetti futuri? Avete già qualche nuovo proposito?
Per il momento ci
riposiamo,
ognuno di noi suona in un altro gruppo di genere differente dagli Ain
Soph
e poi abbiamo altri 10 anni per pensare a un nuovo lavoro.
11. Qual è la Vostra opinione in merito ai concerti? Amate suonare dal vivo? Ricordo che nel 1998 suonaste con Blood Axis in quel di Roma: cosa ricordate di quell'evento?
Non abbiamo mai amato
molto
suonare dal vivo, prova ne è il fatto che dal 1984 a oggi
abbiamo
fatto solo 7 concerti, l’ultimo l’abbiamo tenuto il 21 Dicembre 2002 a
Roma per la presentazione del nuovo album Ottobre.
Quello di Blood Axis
è
un bellissimo ricordo, dovevano suonare a Roma e ci chiesero se
potevamo
fargli l’onore di suonare nella loro serata, pensate la sorpresa, noi
eravamo
dei loro ammiratori e quindi l’onore e il piacere di aprire quella sera
il loro concerto fu tutto nostro.
12. L'intervista è finita. Vi ringrazio per aver risposto alle mie domande. Gradite aggiungere altro?
No!, solo vogliamo
ringraziare
voi per l’intervista, ringraziare la rivista di musica indipendente Rockerilla
che ci ha messo al numero 10 della loro classifica personale dei
migliori
20 dischi del 2002 e naturalmente salutare tutti.
Ain Soph : Ezov ,
Spectrae,
Frater Vitriol
Desidero chiudere la
presentazione
di questa intervista con la seguente citazione "finale":
«È
così
che se inteso come una rivolta contro la tirannide economica, contro lo
stato di cose in cui non l'individuo ma la quantità di oro, il
capitale
comanda; in cui la preoccupazione per le condizioni materiali
dell'esistenza
assorbe tutta l'esistenza; se inteso come la ricerca di un equilibrio
economico,
sulla base del quale abbiano modo di liberarsi e di svilupparsi forme
diverse
di vita non più riducibili al piano materiale, se inteso a
questa
stregua, ma a questa soltanto, potremmo riconoscere persino nel
socialismo e nello stesso comunismo una funzione necessaria e un
avvenire.»(4)
NOTE
(1) PIERRE DRIEU LA
ROCHELLE,
L'agente
doppio, Edizioni di Ar, Padova 2002, p. 15.
(2) ANNA K. VALERIO,
«Coniunctio
oppositorum», in: PIERRE DRIEU LA ROCHELLE, op. cit., p.
75
(3) PIERRE DRIEU LA
ROCHELLE,
op.
cit., p. 15.
(4) JULIUS EVOLA, Imperialismo
Pagano, Edizioni di Ar, Padova 1996, pp. 75-76.