INTERVIEW WITH KIRLIAN
CAMERA,
SUMMER 1996.
"PAST MEMORIES"
L'intervista che segue
è
stata condotta con Angelo Bergamini, nell'anno 1996. Essa reca il
titolo
"Past Memories", diligentemente suggerito dall'amico Massimiliano.
Quest'espressione si
rifà alla data di pubblicazione (il 1996 è ormai
lontano…),
ma anche all'atmosfera, a tratti struggente per i nostri cuori, ivi
evocata.
Sembra infatti che il
filo conduttore delle parole di Angelo sia proprio un severo senso di
rispetto
per il Ricordo e la Memoria.
Un ricordare anche
faticoso,
come se guardassimo una fotografia sbiadita in cui sono sempre presenti
le macchie nere del Dolore (e si dice che l'Arte ne sia figlia…). Ma il
Ricordo è testimonianza dell'Esistenza, fattualità
dell'Essere.
Memoria come superficie
che riflette l'immagine dell'Assoluto. E quello dei Kirlian Camera
sembra
essere uno specchio in frantumi, lordato dal sangue di coloro che, pur
non degni di toccarlo, ne hanno tentato una errata ricostruzione
(Interpretazione).
Ci auguriamo che il filo tagliente (l'Ostacolo) abbia mozzato loro le
dita,
affinché non provino più ad applicare la loro logica
snaturante.
Le nostre candide mani
sono, invece, ancora qui. Per farci testimoni, Guardiani (del Divino).
1.Hail Angelo! Puoi fare
una breve cronistoria del gruppo?
È veramente
molto
tempo che esistiamo come gruppo ed ancora più distante è
il periodo in cui ho iniziato a fare concerti, il 1974. Kirlian Camera
nasce nella primavera del 1980, dopo un anno di rodaggio con altri nomi
improbabili. Il primo demo-tape lo realizzammo nel primo anno di
attività
e, il successivo, uscì il primo vinile, un mini-album con
quattro
brani, registrati per Italian Records, un'etichetta bolognese di gente
in parte assai poco simpatica. Continuammo a registrare singoli ed un
album
fino al 1986, quando firmammo per la Virgin Records. Allora era molto
difficile,
un contratto con una major. Noi, volevamo provare una direzione un po'
più "pop", ma, la situazione ci è presto sfuggita di mano
e ci siamo trovati nelle condizioni di dovere arrangiare i brani in un
modo assurdo. Nell'87, perdemmo la cantante originale, Simona Buja, e
chiamammo
Bianca Hoffmann-Santos al suo posto, quindi andammo avanti con le
registrazioni
del nostro nono lavoro (secondo album) "Eclipse" che furono effettuate
in vari studi, a Brescia, Carimate, e a Londra, con John Fryer,
membro-produttore
di This Mortal Coil e collaboratore di Depeche Mode, Nine Inch Nails,
Marrs,
etc. Dopo questo periodo, il gruppo ha preso a sbandare
spaventosamente,
non si capiva più nulla, anche perché Bianca s'era
ammalata.
Iniziarono le registrazioni di "Todesengel" nel 1989, ero disperato,
nessuno
era assolutamente più interessato ai KC. Un anno dopo, incontrai
Emilia Lo Jacono e lei entrò nella nuova formazione come
chitarrista
e tastierista, ma, in un secondo tempo, scoprii che la sua voce era
adatta
al caso, così, finimmo il lavoro iniziato. Pensammo di aprire
un'etichetta,
per produrre il nuovo lavoro, visto lo scarso interesse dall'esterno e
stampammo, in un primo tempo, solo 500 copie. Pensavamo ce ne sarebbero
rimaste circa 300. Invece, accadde qualcosa, finalmente, perché
in Germania, specialmente, cominciava ad esserci una buona richiesta di
"Todesengel". Dovemmo ristampare subito il CD, quindi lo cedemmo a
Discordia,
allora a Düsseldorf. Da quel momento, vi sono state 11 ristampe.
Incredibile,
per noi. Dopo avere fatto altre uscite discografiche, tour, concerti
vari,
etc., siamo oggi stanziati in Germania e, da lì vogliamo
continuare.
Difficile, sintetizzare 16 anni così intensi…
2.Potresti indicarmi in
generale le tematiche dei vostri testi e che cosa vi ispira a scriverli?
I testi che scrivo a
volte sono insopportabili a me stesso. Purtroppo, scrivo di getto,
solitamente,
così, anche se in un primo momento, ancora preso da una "certa
atmosfera",
mi convinco uno scritto sia buono, in un secondo istante mi accorgo che
qualcosa, a volte, non è stato, appunto, ponderato. Ma
tant'è!
Nei nostri testi si trovano, soprattutto nell'ultimo periodo, continui
"intarsi" di fasi oniroidi ed altre più legate alla cosiddetta
quotidianità.
Molto drammatici, gli ultimissimi, completamente perduti in una
disperazione
in cui, purtroppo, spesso ci riflettiamo perfettamente. La presenza
della
morte, come riferimento, è costante, ma…non è un richiamo
"gotico". È paranoia.
3.Le vostre copertine
emanano
un'atmosfera molto particolare (per chi non lo sapesse rappresentano
spesso
immagini di statue appartenenti a monumenti funebri). Puoi dirmi cosa
rappresentano
per i K.C. questi "stati" della vita umana?
Sono immagini legate
al clima dei testi, spesso, magari non consciamente. Il dolore è
la prima cosa che ricordo. Non va via. È normale parlarne,
scriverne.
Può darsi io sia uno psicotico o, più semplicemente, un
cretino,
ma, devo ricordare a me stesso e a chi vuole ascoltarci, che il male
esiste,
più forte di come si immagini, spesso. Ho poche parole per
definire
l'inferno…
4.Ci sono delle
particolari
idee politiche che influenzano la vostra musica?
Direi di no. Molte
volte
si parla di noi come di un gruppo "nero". È un problema insito
nel
cervello di certa gente, non mio, non nostro.
5.Fate spesso concerti in
Germania e Austria. In quali paesi la vostra musica viene meglio
recepita?
Succedono spesso
spiacevoli
episodi come quello a Torino il 20.01.1996? Pensi che la vostra arte
possa
essere percepita da tutti o solo da un pubblico elitario?
La Germania è
quella che risponde meglio, ma, più o meno, tutta l'Europa
centrale
e settentrionale, certe zone degli USA, Brasile, Argentina, Giappone
non
ci negano "ospitalità"! Un minuscolo seguito, lo abbiamo anche
qui,
in Italia, e per noi, va bene così; è comunque un
pubblico
dignitoso ed affezionato, non vogliamo sottovalutarlo.
Crediamo di fare una
musica non-elitaria per un pubblico elitario! A parte tutto, direi che
siamo un po' il "pop della cosiddetta musica di ricerca" che si muove
in
un contesto di derivazione non colta. Il nostro pubblico è molto
strano, non molto individuabile a volte; si va dalla area industriale e
post-industriale, al gotico, al dark-metal, alle aree miste che seguono
elettronica varia, sia ambientale che EBM. Non siamo stati
particolarmente
"adottati" da una tendenza specifica. A volte è un po' scomodo,
perché appena esce un disco, i vari giornalisti (a parte alcuni)
ci attendono con un poco di antipatia, lo sento. Riguardo a problemi
col
pubblico…no, non mi lamento, il non importante caso di Torino, è
abbastanza circoscritto, ora. Anni fa, in Italia, c'era aria più
pesante. Ogni tanto, in Germania, qualche naziskin si entusiasma un po'
troppo per i nostri abiti militari, ma, non ci sono problemi gravi.
6.Avete qualche
particolare
idea sulla religione? Cosa ne pensate del Cristianesimo?
Credo che Cristo sia
la più bella figura della storia, una storia fatta da deficienti
ed assassini. Il suo insegnamento dovrebbe essere seguito,
perché
trovo che in esso risieda l'unica possibile bellezza. Poi, chiaramente,
esistono altre religioni più che interessanti, ma, nessuna ha
quell'impatto
furiosamente eroico, triste ed inquietante. Queste, comunque, sono
considerazioni
molto personali. Purtroppo, le varie ramificazioni sedicenti Cristiane,
sono un ostacolo, per le persone con un minimo di logica. Si può
essere cattolici e, al contempo essere intelligenti? Non credo.
7.Nella copertina interna
di "Todesengel-The Fall Of Life" fai riferimento a problemi che hai
avuto
con psichiatri. Se non è una domanda troppo personale posso
chiederti
di parlarne più approfonditamente? Quanto questa tua esperienza
ha influenzato la vostra produzione artistica?
Sarebbe una risposta
troppo lunga, comunque, posso dire che ho sperimentato stati mentali
allucinanti
e, ancora sembra non essere finita. Non voglio scendere in particolari,
anche perché, parlandone troppo in pubblico, rischio di svelare
alcuni lati deboli di me stesso che è meglio non rivelare, per
non
essere poi colpiti, come al solito da qualcuno in vena di scherzare.
Dirò
che soffro spesso di "derealizzazione", un sintomo che allontana dalla
realtà e che conduce in un vero incubo che, appunto, sa di
onirico.
Non riesci più a collegarti con la realtà. Inutile
spiegare
cosa provi e vedi. Qualcuno pensa che la perdita del contatto con la
realtà
possa essere un diversivo affascinante… Ho passato cinque anni senza
tornare
in me mai, neanche un secondo; ma ero anche lucido, potevo capire cosa
succedeva, non riuscivo ad arginare il male. Spesso, in questo ultimo
periodo,
questo mi capita ancora, e, il terrore non vuole finire. Ho dovuto
combattere
molto, per riuscire a vivere quasi normalmente. A convivere
quotidianamente
con questo ed altri sintomi che non voglio ora spiegare. Sembrava
impossibile.
Ora io capisco la realtà degli altri, ma, la mia… Io ho dovuto
comprendere,
studiare un mucchio di cose, per non rimanere totalmente isolato in un
ospedale psichiatrico e, a volte, ancora qualcuno esige da me
l'impossibile.
Non bastano la volontà e la capacità di riuscire, non
basta
nulla; ti distruggono, e tu, allora, vorresti distruggere "loro", ma
devi
trattenerti, controllarti, per non avere reazioni troppo violente. La
musica
ne risente in maniera rilevante certo. Quando è uscito
"Solaris",
molti, delusi, dicevano che era il peggiore lavoro da noi fatto. Non so
se sia un bel disco, ma lì, c'è come un silenzio
intervallato
da pochi suoni poco invitanti; non c'è poesia in senso usuale.
Quando
uscì "Metal Machine Music" di Lou Reed, stessa logica di
critiche.
Ad ogni modo, sono quasi sempre in uno stato di auto-controllo
veramente
stressante, quando agisco e quando parlo. Non è una gran vita.
8.Avete fatto e
partecipato
a molte colonne sonore di film e documentari. Inoltre ai vostri
concerti
usate proiettare dei filmati mentre suonate. Pensi che la vostra musica
sia meglio percepita se supportata da immagini visive o può
anche
essere ascoltata "ad occhi chiusi"?
Si deve ascoltare come
si vuole. Noi, proiettiamo immagini, perché non credo stiano
male,
ma non dev'essere un problema non averle. Diciamo che uno sfondo
"animato"
può servire ai più disattenti, per non annoiarsi troppo,
o a quelli che hanno bisogno di TV ovunque, sennò non capiscono
più nulla. In ogni caso, talvolta, cerchiamo di proiettare
immagini
poco convenzionali. Due anni fa avevamo immagini inedite della
ex-Jugoslavia;
erano molto crude, niente bambini in lacrime, ma guerriglia, morti:
tutto
senza enfasi. Questa può anche essere "controinformazione", come
si diceva tempo addietro e, sicuramente, non fa male. Alcune volte,
come
a Sint Niklaas, in Belgio, il pubblico si è lamentato molto
delle
immagini sul Terzo Reich che abbiamo proposto; c'era molta gente venuta
a sentirci, ma quasi nessuno ha gradito il videotape. Come sono
sensibili!
9.Come decidete di
partecipare
ad un film con la vostra musica? Lo visionate prima per intero o
accettate
di collaborare vedendo anche solo poche immagini?
Lavoriamo
principalmente
con un regista ben preciso, negli ultimi anni (Marco Speroni); quindi,
conoscendoci, immaginiamo in anticipo, gran parte delle atmosfere,
semplicemente
parlandone con chi ha girato il film o documentario. Poi, ci viene data
una copia VHS del film e, da lì, iniziamo a registrare, seguendo
un piccolo schema che riguarda gli spazi in cui posizionare la musica.
Ora stiamo lavorando ad una colonna sonora completa per un film che
dovrà
essere presentato al Festival Del Cinema Di Berlino 1997. È un
film
a carattere drammatico, italiano.
10.Quali sono i gruppi che
vi hanno più influenzato e quali sono i tuoi preferiti?
C'è differenza
tra chi mi ha influenzato e chi, semplicemente, mi piace ascoltare. Le
influenze possono essere: Pink Floyd, Kraftwerk, Gyorgy Ligeti,
Penderecki,
la musica per film, Nico, i primi Tangerine Dream, Joy Division, etc…
Invece
trovo piacevole ascoltare Swans, Sparks, Sol Invictus, Third Ear Band,
Death In June, Laibach, Pet Shop Boys, Ultravox, i primi Human League,
Krisma, Klaus Nomi, Faust, Amon Düül II, Neu,
Faust'ò/Fausto
Rossi, Rabih Abou-Khalil, Suicide, Plastikman e anche "scemenze" da
discoteca
e tante altre cose.
11.Puoi dirci qualcosa sui
T.A.C.?
I T.A.C., sono
principalmente
un concetto di Simone Balestrazzi e sono attivi da molti anni. Simone,
rimasto unico membro originario, nel 1991, ha chiesto a me e ad Emilia
di fare parte di un nuovo corso del gruppo, e noi abbiamo accettato
volentieri.
Con T.A.C. stiamo lavorando a due nuove realizzazioni; un singolo in
vinile
ed un cd-album. Entrambi usciranno quest'anno, il primo per He(a)lter
Skelter
di Bologna ed il secondo, ancora non so, di preciso, forse per Old
Europa
Cafè; quindi, si continuerà a lavorare con Discordia,
suppongo.
12.Qual è il vostro
rapporto con la Discordia? Vi sentite ben supportati? Avete un buon
contratto?
Abbiamo un ottimo
rapporto,
con loro. Siamo amici. A volte, a causa di questo, ho difficoltà
a spiegare ciò che non mi soddisfa appieno, ma tutto, poi si
risolve
completamente e senza sorte di rancore. Lavorano bene, per noi.
Sì,
abbiamo un contratto veramente buono, grazie al quale possiamo
sopravvivere.
Dopo tanti anni di fatiche, sembra non vero, potere essere liberi di
comporre
senza fastidi eccessivi.
13.L'intervista è
finita. Grazie per aver risposto alle mie domande. Vuoi aggiungere
altro?
No, non ho altro.
interview
by
E. Dellanotte